“L’AMORE E LA RAGIONE SONO NEMICI GIURATI.”
Pierre Corneille

Sono nato a Udine il 2 aprile 1977, figlio di Giovannina, donna forte e instancabile, e di Livio, un uomo dal cuore enorme. A loro devo quasi tutto di ciò che sono, e alla loro vita semplice ma straordinaria. Ho una sorella, Daniela, che amo più di quanto le parole possano esprimere, una compagna di sogni e risate.

La mia infanzia è stata vissuta tra le montagne di Forni di Sotto, un paese che mi ha forgiato, che mi ha insegnato a vedere il mondo con occhi diversi. Forni, con la sua bellezza selvaggia, con il suo cielo che sembra un quadro e le sue strade dove l’eco delle voci di una gente forte risuona, mi ha insegnato la profondità del cuore. A volte, ci sono litigi, battibecchi come nel sangue di ogni famiglia, ma ciò che conta è che dopo ogni diverbio, ci si ritrova. Seduti insieme a un bicchiere di vino, la vita torna a scorrere come un fiume tranquillo, e la verità si trova nel silenzio, nei sorrisi, nella semplicità dei gesti quotidiani.

Questa terra, che il mondo a volte sembra ignorare, è la mia. La Carnia, quella che è stata maltrattata e ignorata dai grandi centri, ma che ha una ricchezza che molti non vedono: il cuore della sua gente, la sua forza inaspettata. Io conosco i miei paesi, e so che non c’è niente di più vero del calore di un abbraccio, del profumo dell’erba bagnata dopo la pioggia, della silenziosa saggezza di chi ha vissuto a lungo, amando la fatica e il sudore.

Nel primo decennio degli anni 2000, la passione per il vino mi ha travolto. Non solo come bevanda, ma come poesia, come storia, come filosofia. Ho cominciato a vedere le cose con occhi nuovi, come se ogni bottiglia raccontasse una storia, e ogni grappolo fosse una poesia che si scriveva nel cuore della terra. La scienza, per me, non è solo sapere come, ma soprattutto perché. E il perché è il motore di ogni sogno, di ogni ricerca.

La mia gioventù non è stata quella di uno studente modello, ma di un’anima in cerca, di un spirito che desiderava scoprire il mondo attraverso l’arte della domanda. La filosofia e la musica sono state le mie guide, due passioni che mi hanno permesso di sentire la profondità delle cose e degli esseri umani. Come diceva Platone, “Amare è comprendere, è entrare nell’essenza di ciò che ci circonda”, ed è proprio questo che mi ha spinto verso il mondo del vino.

Non sono mai stato un allievo modello, ma ho imparato a rischiare. E questo rischio, questa spinta verso l’ignoto, è diventata la mia essenza. Come Rimbaud, che amava “essere un angelo nelle mani di un barbiere”, io ho abbracciato la bellezza di ciò che non si vede, di ciò che è nascosto tra le pieghe del tempo e della natura. Amo gli ultimi, quelli che sono sempre stati emarginati, ma che portano in sé una profondità che altri non vedono. In loro ho trovato la saggezza più pura, quella che non si insegna sui libri, ma che si impara con gli occhi del cuore.

Nel 2001, la morte di mio padre ha segnato una svolta profonda nella mia vita. Ho finito gli studi a Udine e mi sono laureato in Scienze Ambientali, ma nel mio cuore c’era sempre un altro sogno, quello che mi avrebbe legato indissolubilmente alla terra. La viticoltura è diventata la mia sfida, la mia passione. Non una viticoltura tradizionale, ma eroica, dove ogni passo è una lotta contro le leggi della natura, ma anche una danza con essa. Ho cominciato a chiedermi: “Perché il Friuli è l’unica regione delle Alpi italiane che non ha viticoltura in montagna?” E da lì, è iniziata la mia ricerca.

Con pazienza, ho studiato la viticoltura, cercando risposte a domande difficili. E la mia passione è diventata un’ossessione, quella di trovare la varietà giusta, quella che potesse crescere e fiorire in questo ambiente indisciplinato, che potesse essere una poesia scritta tra le viti. E così ho trovato il Solaris, una varietà che si adatta perfettamente al nostro clima, che resiste al freddo e alla fatica delle nostre montagne.

Nel 2015, ho iniziato a coltivare il Solaris e a produrre vino, una storia che continua ancora oggi. Ma non sono solo: i miei amici, esperti e appassionati, sono i miei angeli custodi, che mi guidano tra gli errori e le intuizioni, che mi sostengono nei momenti di dubbio e di difficoltà. Senza di loro, il mio sogno non sarebbe mai diventato realtà.

Perché alla fine, la vita è una continua ricerca, una danza tra ciò che è conosciuto e ciò che è ancora da scoprire. La mia vita è scritta con le mani nella terra e nel cuore, una danza che si ripete, giorno dopo giorno. Come diceva Nureyev, “Si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa in cambio. Chi non conosce il piacere di danzare, non ha mai conosciuto la profondità della vita.”

E così continuo il mio cammino, con il cuore e la mente aperti alla bellezza che si nasconde nelle piccole cose, nel sorriso di chi ti comprende, nel profumo delle viti che crescono, nella speranza di un futuro che è scritto nelle mani di chi non si arrende mai. La viticoltura è la mia danza, il mio amore, la mia sfida con l’ignoto. E il mio sogno è che, un giorno, la mia terra e il mio vino possano raccontare, a chi avrà il coraggio di ascoltarli, una storia di passione, di ricerca, e di amore eterno.

 

Scritto col cuore, che governa ogni cosa.